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C.E.L. COOPERATIVA
ELETTRICA
LEGNAGHESE

Verso la fine del XIX secolo nelle maggiori città d’Europa e degli Stati Uniti l’illuminazione pubblica passò dall’ uso del gas illuminante all’ energia elettrica in seguito all’invenzione della lampadina a incandescenza.

Nell’ultimo decennio del XIX secolo prese avvio una nuova fase dello sfruttamento della produzione elettrica caratterizzata dalle possibilità aperte dal trasporto a distanza dell’energia elettrica. La trasmissione e il trasporto a distanza dell’energia elettrica poneva problemi importanti quali la stabilità meccanica (pali di ferro), l’isolamento dei cavi e la protezione dalle scariche atmosferiche.

L’adozione della correte alternata (Tesla, 1888), consentì di incrementare notevolmente la rete distributiva. Infatti la corrente continua (Edison, 1882) aveva problemi dati dal fatto che nelle grandi distanze produceva molto calore nel cavo conduttore e perciò andava in molta parte sprecata (dissipazione da effetto Joule). La corrente alternata, invece, poteva essere distribuita su grandi distanze viaggiando ad alto voltaggio, per poi, a destinazione, essere ridotta  al voltaggio adeguato per  famiglie ed imprese mediante i trasformatori (cabine elettriche).

Intorno al 1930 l’illuminazione elettrica è la più diffusa.

La vicenda relativa alla elettrificazione in esame si inquadra nella regione che si estende tra le Prealpi venete e degrada al mare attraverso la vasta pianura dal Reno all’Isonzo. Infatti, con riguardo alla produzione di energia elettrica nel primo ventennio del XX secolo devono distinguersi due zone, la pedemontana dall’Adige all’Isonzo ricca di centrali idroelettriche anche di piccole dimensioni e la zona di pianura, la più gran parte ricavata da bonifiche con acque canalizzate ma non adatte a costituire naturale forza motrice, dove quindi l’energia elettrica arriva in quanto prodotta dalle zone pedemontane.

Che cosa succede a Legnago in questo periodo di tempo?

Per i primi due decenni del ‘900 coesistono in città varie forme di illuminazione pubblica e privata, principalmente a gas da carbone e con progressiva introduzione dell’elettricità derivante da centrale idroelettrica.

L’elettricità è distribuita a Legnago dalla Società Elettrica Interprovinciale (S.E.I. costituita nel 1907),  ed è prodotta dalla centrale Idroelettrica Sorio di proprietà della Società Milani. Si tratta di centrale messa in esercizio nel 1907, data da impianto di grande portata e piccolo salto, sita immediatamente a sud di Verona,  in riva destra dell’Adige, con ripristino del canale Giuliari (realizzato nel 1882) , cui fu aggiunto dall’ing.Paolo Milani il nuovo canale che si congiunge all’Adige presso S. Giovanni Lupatoto.   

A Legnago nel 1910 i “maggiori esponenti degli ambienti economici cittadini…preoccupati solo di dare alla propria città un servizio moderno per la distribuzione di quella energia elettrica che, pur all’inizio dei suoi impieghi, già si era manifestata come fattore principale di progresso civico ed economico” (1) iniziano le trattative con le Società Milani e S.E.I..  All’epoca Legnago contava 18.000 abitanti.

Tra gennaio e maggio viene costituito un Comitato Promotore composto da:

Cav. Enrico Bonomi, Rag. Alfredo Crestoni, Nereo e Vittorio De Mori, Rag. Menotti De Togni, Avv. Guido Esmenard, Cirillo Fanti, Prof. Bruno Ferrari, Fratelli Gardo, Giovanni Gasparini, Vitaliano Gilieri, Ditta Matteo Giunta, Evandro Marcati, Romolo Meneghello, Cav. Giuseppe Morbioli, Ing. Cav. Giovanni Orlandi, Gian Carlo Pellicari, Cav. Avv. Eriberto Rossi, Ing. Ernesto Sandrini, Luigi Todeschini, Paride Villani, Romolo Valeri, Lorenzo Zambelli.

Rapidamente vengono raccolte le adesioni di privati cittadini, viene fondata una Società Anonima Cooperativa per azioni denominata “Cooperativa Elettrica Legnaghese” avente per oggetto ”l’impianto e l’esercizio di una rete per la distribuzione dell’energia elettrica per luce e forza motrice per l’industria e commerci affini” (2), si concludono le trattative con la S.E.I. e si stila il Piano Economico Finanziario che prevede la costruzione di 3 cabine di trasformazione (via Cavour, via Frattini, Porto), la posa di 7 KM di linee e l’acquisto di 120 contatori.

Gli uffici e l’officina sono situati in via Disciplina n. 5.  Nel giugno 1910 viene messo in uso il primo trasformatore e si accendono le prime lampadine dato che sono allacciati 20 impianti e 2 motori; nel giro di sei mesi gli allacciamenti diventeranno 141.

 Nel 1912 la sede della C.E.L. venne trasferita nell’allora via Bezzecca, ora via Roma e venne istituito l’incarico di direttore responsabile con procura generale per la gestione dell’impresa.

Durante il primo conflitto mondiale (1915-1918) le centrali dell’Adige restarono in esercizio e perciò anche a Legnago il servizio elettrico mantenne una certa continuità. 

Il rapporto commerciale con la S.E.I., fornitrice dell’energia, è piuttosto laborioso, sia per la durata dei contratti che per il quantitativo di energia e le condizioni economiche, fattore questo molto importante, dato che la scelta della formula Cooperativa era finalizzata a poter concedere agli utenti sconti sui costi e a poter devolvere il 20% degli utili a scopi di pubblica utilità.

Proprio le condizioni imposte dalla S.E.I. limitarono durante i primi anni ’20 l’espansione delle linee elettriche alle frazioni, tanto che la C.E.L. cercò altri fornitori, come testimoniato da carteggi presenti nell’Archivio Comunale.

E’ il periodo in cui società produttrici di energia idroelettrica e società distributrici –molto parcellizzate- cominciano a collegarsi e a incorporare società minori fino a formare la S.A.D.E., Società Adriatica di Elettricità, con cui C.E.L. entra in contatto per trovare un’alternativa a S.E.I. senza, alfine, concludere accordi.

Nel 1922 C.E.L. presenta al Comune di Legnago un preventivo che comprende 200 lampade da 100 candele e 150 da 50 candele per la sostituzione dell’illuminazione pubblica a gas con quella elettrica.

Il nuovo contratto con S.E.I. del 1923, a lunga scadenza, porta alla possibilità di una completa revisione degli impianti e alla successiva estensione della rete elettrica a Vangadizza, Vigo, Casette, Canove e Savinaro, nonché a sconti sulle tariffe come beneficio stabilito dalla forma cooperativa.

Nel decennio 1920 -30 vengono posati più di 46 km di cavi, raggiungendo via via tutte le frazioni e le località. Fra il 1931 e il 34 il servizio raggiunge le contrade di Peschiere, Casoni e Belfiore, subentrando al cessato Ente Autonomo Adige Garda.

Nel 1930 solo Terranegra risulta allacciata direttamente a S.E.I. e lo sarà fino al 1937, anno in cui C.E.L. giunge alla meccanizzazione degli impianti per la compilazione delle bollette, passaggio che consente il calcolo mensile della riduzione sulle tariffe anziché il rimborso annuale. Nel 1939 lo sconto sulle tariffe passa dal 10% al 15%.

L’incremento del numero di utenti privati per illuminazione è sempre stato dall’inizio notevole, più lenta invece l’applicazione dell’energia elettrica come forza motrice, in quanto implicava la trasformazione di impianti e la sostituzione di macchinari.

Durante la seconda guerra mondiale la carenza di materiali e manodopera, la diminuzione delle entrate che talvolta non coprivano i costi di esercizio portarono a una progressiva diminuzione dello sconto, fino alla definitiva abolizione nel 1945.

Il bombardamento alleato del 23 aprile 1945 che distrusse buona parte della città, mise fuori uso tutta la rete elettrica del centro; essa fu ripristinata con collegamenti volanti e interventi fortunosi il 26 aprile.

Il 1945 e il 46 furono gli unici 2 esercizi passivi della C.E.L., in seguito cominciò la ricostruzione che vide, tra l’altro, la sede in locali affittati all’angolo tra via Bezzecca e via Marsala.

Nel 1960, anno in cui la C.E.L. festeggia i 50 anni di attività con una pubblicazione sulla sua storia a cura dell’allora presidente Giovanni Tronchet, (testo da cui è stata tratta la scheda), i 141 utenti del periodo della fondazione sono diventati 7.650, e le iniziali 3 cabine di alimentazione con 3  km di linea sono diventate 25 con 125 km di linea alimentata, viene prevista una nuova sede nel moderno palazzo all’angolo tra via Matteotti e via XX settembre.

Nel 1963 con la scelta di nazionalizzazione delle attività di produzione e distribuzione dell’energia elettrica anche C.E.L. fu trasferita al nuovo Ente Nazionale per l’Energia Elettrica E.N.E.L. con decreto del Presidente della Repubblica 4 Agosto 1963 Nº 1078.

[1] da Cooperativa Elettrica Legnaghese, Cinquantanni, edizione in copie numerate curata dagli uffici della C.E.L., 1960. [2] Ibidem.

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