Il Progetto
Il progetto nasce dalla volontà di promuovere i valori del lavoro e dell’impresa attraverso la riscoperta delle testimonianze ancora esistenti della storia industriale del territorio, intesa come parte integrante della cultura locale. Lo scopo che si prefigge, dunque, è quello di far conoscere e di tramandare il prezioso patrimonio realizzato grazie allo sforzo di famiglie e persone che con spirito di iniziativa, ingegno e operosità hanno saputo costruire e sostenere lo sviluppo economico e industriale del territorio legnaghese dalla fine dell’800 agli anni ‘60 del ‘900. La ricerca intende anche valorizzare la cultura d’impresa, l’intraprendenza e il rischio, il gusto dell’innovazione, l’etica della responsabilità, l’importanza della conoscenza e dei saperi tecnologici, il premio alle capacità, la lungimiranza, la volontà di interpretare il cambiamento. Il tutto in sinergia con le forze del lavoro in una comune prospettiva di effettiva costruzione di uno sviluppo che sia fondamento di un effettivo progresso. Per fare questo l’attenzione è stata volta alla ricerca degli ultimi lacerti di un tessuto industriale ormai quasi completamente scomparso nel tentativo di raccontare una storia lontana anche attraverso le immagini. Ciò che resta dei vecchi stabilimenti, strutture dove un tempo pulsava la vita lavorativa di centinaia di operai, costituisce oggi una preziosa testimonianza di un passato industriale da riscoprire e da valorizzare. Di fondamentale importanza sono anche gli insediamenti ancora oggi attivi, eredi, in parte, di quella tradizione. Foto di ieri e foto di oggi, oltre alle testimonianze dei diretti protagonisti, per realizzare una sorta di ponte visivo tra passato e presente, per raccontare una storia quasi completamente dimenticata, ricca di contenuto ed esempi che possono ancor oggi rappresentare un propulsore e uno stimolo rivolto alle nuove generazioni.
Giorgio Sandrini
Introduzione storica
Dall’agricoltura all’industria
Nel 1867 nasce a Legnago il «Comizio agrario», divenuto in seguito «Consorzio agrario», un sodalizio animato da alcuni proprietari terrieri locali per coordinare le iniziative economiche nel campo agricolo e commerciale. L’associazione tenta come prima cosa di ripristinare l’antica fiera degli animali di fine di settembre. Dopo alcuni anni l’esperimento fallisce ma l’idea di istituire dei premi da assegnare ai migliori esemplari bovini contribuisce a sviluppare tecniche più avanzate di allevamento e a stimolare lo spirito imprenditoriale degli allevatori. Intorno alla fine del secolo l’agricoltura veronese è interessata da una vera e propria rivoluzione agronomica. Influiscono innanzitutto la fine dei principali lavori di bonifica nelle Valli Grandi, una più razionale coltivazione dei terreni, una maggiore selezione delle sementi e l’utilizzo di concimi chimici e delle prime trattrici meccaniche. I profondi mutamenti del comparto agricolo sono sostenuti dall’Associazione agraria del Basso Veronese, nata nel 1890, che riunisce i più importanti esponenti della borghesia agricola del territorio. Una delle prime iniziative dell’Associazione, tra il 1891 e il 1895, riguarda l’istituzione di due società per la lavorazione del truciolo e del vimini in grado di occupare stagionalmente molte donne e bambini. Nel 1896 vede la luce il sodalizio che l’anno successivo realizza lo zuccherificio, sostenuto dall’industriale scledense Alessandro Rossi e finanziato da Emilio Maraini, il principale imprenditore italiano del comparto saccarifero. L’avvio della produzione del nuovo importante complesso industriale va di pari passo (anzi ne costituisce il motore) con lo sviluppo della coltivazione della barbabietola da zucchero nelle vaste plaghe agricole a sud del territorio comunale. Pochi anni dopo, nel 1901, nasce anche la seconda grande industria legnaghese: la fabbrica di concimi chimici denominata «Società Anonima Agricola Veronese». Entrambi gli stabilimenti industriali sfruttano i recenti collegamenti ferroviari che inseriscono Legnago in una rete viaria più ampia. Nel 1876, infatti, entra in funzione la linea Legnago-Rovigo e l’anno successivo quella Legnago-Verona. Nel 1886 viene aperta anche la linea Mantova-Legnago-Monselice e inaugurata la nuova stazione ferroviaria, tutt’oggi esistente.
Una città in trasformazione
Il 1887 è un anno capitale per la storia urbanistica di Legnago. La demolizione del primo tratto di mura tra porta Mantova e porta Ferrara segna l’inizio di una vera e propria rivoluzione edilizia che determina, nel giro di pochi anni, l’espansione del centro cittadino. É la prima volta che accade dalla costruzione della cinta magistrale cinquecentesca. In seguito, il venir meno dei numerosi limiti imposti dalle servitù militari, soprattutto nell’area adiacente alla fortezza – la spianata – e di una parte consistente delle attività commerciali rivolte all’esercito, sprona alcuni legnaghesi ad investire i propri capitali anche in iniziative economiche non direttamente collegate all’agricoltura. Nel corso della cosiddetta età umbertina, molto lentamente, cominciano ad avvertirsi anche a Legnago gli sviluppi di un faticoso processo di industrializzazione che in quegli stessi anni interessa alcune aree del nord Italia. Il traino principale è rappresentato dall’introduzione dell’energia elettrica che rappresenta una vera e propria rivoluzione tecnologica. Non a un caso, tra la fine dell’800 e i primissimi anni del ‘900 sorgono un po’ ovunque, sparse nella provincia, società private per la produzione e distribuzione del cosiddetto “carbone bianco”. Lo stimolo allo sviluppo industriale è evidente se si pensa che nel Veronese le imprese con più di 10 addetti passano dalle 83 del 1890 alle 131 del 1903. Le performance migliori le fa registrare il comparto metalmeccanico: le officine meccaniche, infatti, salgono da 8 a 58 nello stesso arco temporale. Anche in questo caso, però, sono le necessità della rivoluzione agronomica a dettare il ritmo dello sviluppo industriale perché risultano essere gli stabilimenti dedicati alla realizzazione di macchine agricole e di utensili agrari ad aumentare maggiormente. Nel legnaghese, a differenza di quello che accade nel resto della provincia, incontra grandi difficoltà l’industria tessile. Fallisce, ad esempio, la nascita di uno stabilimento laniero della famiglia Rossi, forse per la contrarietà delle classi dirigenti locali o della lobby dei proprietari terrieri, preoccupati di perdere manodopera nel proprio comparto produttivo.
Federico Melotto
Le persone
curatrice
Giuliana Mantovani
progetto e foto
Giorgio Sandrini
approfondimenti storici
Federico Melotto
scheda Zanardi
Franco Zanardi
scheda zuccherificio
Cesare Leoni
scheda Riello
Anna Lanza
scheda zimbelli
Ersilia e Lorenzo Zambelli
scheda PIROIL
Giuseppe Giusti
SCHEDA SCUOLE TECNICHE
Antonio Marchiori
creative director
Nicola Sandrini
Fonti
- “Storia dell’industria Legnaghese – Dalla fine del secolo scorso ai giorni nostri“, di Danilo Zanardi – pubblicazione bollettino Rotary Club Legnago, Settembre/Ottobre 1975. LEGGI QUI